
Disoccupazione ed inserimento professionale in Ticino
Intervista approfondita a Claudia Sassi, Capo della Sezione del lavoro del DFE
Claudia Sassi è economista e si è occupata nella sua vita professionale di formazione professionale e di disoccupazione, ricoprendo ruoli a livello cantonale e nazionale.
In base ai dati dell’Ufficio cantonale di statistica (Ustat), nel secondo trimestre del 2024 il mercato del lavoro in Ticino ha mostrato segnali di ripresa.
Da un lato, se osserviamo la domanda di lavoro, la dinamica dei posti di lavoro è tornata a crescere, dopo una fase di rallentamento. In Ticino si contano più di 252’000 posti di lavoro, in crescita sia su base trimestrale (+3’456, +1,4%), sia rispetto allo stesso trimestre del 2023 (+4’091, +1,6%). Dall’altro lato, quello dell’offerta di lavoro, la disoccupazione ai sensi dell’ILO (International Labour Organization) ha mostrato una tendenza alla diminuzione. Sempre nel secondo trimestre del 2024, sono 10’450 le persone disoccupate in Ticino, ovvero 2’220 in meno rispetto al trimestre precedente e 856 in meno di un anno fa. I dati relativi al terzo trimestre 2024, appena pubblicati, mostrano invece un aumento di oltre 2’700 unità rispetto al trimestre scorso e di circa 1’800 rispetto a un anno fa.
Alla luce di queste evoluzioni, la lettura delle cifre non è quindi immediata, a causa ad esempio dell’instabile situazione a livello internazionale, che può ripercuotersi anche sul nostro Cantone. Non dobbiamo inoltre dimenticare che il mercato del lavoro ticinese è influenzato da dinamiche complesse, dettate dalla sua particolare collocazione e dal peso esercitato dalla vicina Lombardia. Il Servizio pubblico di collocamento in Ticino è, infatti, l’interfaccia tra due componenti fondamentali del mercato del lavoro: le persone in cerca di un impiego e i datori di lavoro in cerca di personale. Gli Uffici Regionali di Collocamento (URC) rappresentano la più grande piattaforma per favorire l’incontro tra offerta e domanda di lavoro, offrendo attività di consulenza, misure di sostegno e una messa in contatto, con l’obiettivo di sostenere persone e aziende. Abbiamo quindi fatto una chiacchierata con Claudia Sassi, Capo della Sezione del lavoro…
Per iniziare, come giudica l’attuale situazione della disoccupazione in Ticino alla luce dei dati più recenti? Come siamo messi rispetto al resto della Svizzera?
Il tasso di disoccupazione ai sensi della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), ovvero quello che riguarda le persone disoccupate iscritte agli Uffici regionali di collocamento (URC), è del 2.6% a ottobre 2024 in Ticino, praticamente in linea con il dato nazionale del 2.5%. Questo tasso si inserisce in una fase di «normalizzazione» della disoccupazione, con una tendenza leggermente al rialzo, dopo l’importante diminuzione registrata a seguito della fase acuta della pandemia di COVID-19.
Il quadro resta tutto sommato positivo, visto che la disoccupazione si attesta a livelli comunque in linea con quelli del periodo pre-pandemico. Ricordo che i dati sulla disoccupazione rispondono generalmente con un lieve ritardo all’andamento congiunturale.
Quali gruppi specifici della popolazione fanno più fatica a trovare lavoro?
È difficile definire in maniera precisa delle categorie di persone particolarmente toccate dalla disoccupazione, perché può esserci una grande eterogeneità al loro interno. Tuttavia, sappiamo che tra i giovani, tra gli over 50 o tra le donne possiamo trovare situazioni con maggiori difficoltà di reinserimento professionale rispetto ad altre, aumentando il rischio di disoccupazione di lunga durata. I motivi possono essere molteplici e dipendenti, come detto, dalla singola situazione.
Vi sono, ad esempio e tra le altre, le difficoltà poste dalla prima interfaccia con il mondo del lavoro per i giovani, l’assenza prolungata di donne che hanno accudito i figli, oppure le nuove richieste di un mercato del lavoro in rapido cambiamento per le persone più anziane.
La disoccupazione giovanile (persone tra i 15 e i 24 anni) ha continuato a rappresentare una preoccupazione, con tassi superiori alla media generale: a cosa si deve questo fenomeno? In che modo il Servizio pubblico di collocamento opera per contrastare questa tendenza?
L’interfaccia tra la fine della formazione e l’entrata nel mondo del lavoro è potenzialmente un momento delicato. Per questo motivo i giovani possono essere maggiormente toccati dalla disoccupazione rispetto alle altri classi d’età. Il Servizio pubblico di collocamento mette a disposizione anche per questa fascia di età una serie di misure specifiche. Cito, ad esempio, il semestre di motivazione, gestito dalla Divisione della formazione professionale del DECS, che si rivolge ai giovani non qualificati con potenziale per affrontare una formazione professionale, oppure un nuovo percorso di coaching per i giovani formati al primo impiego, che possono inoltre beneficiare di interessanti misure nazionali.
Le persone disoccupate da lungo tempo, alla ricerca di lavoro da più di 12 mesi, sono una delle categorie più vulnerabili, che affrontano maggiori difficoltà nel reinserirsi nel mercato del lavoro… quali sono le misure di sostegno e incentivo offerte dal Cantone in questi casi?
Il Servizio pubblico di collocamento in Ticino può mettere in campo diverse misure, previste sia dalla Legge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) sia, a livello cantonale e in un’ottica complementare alle misure federali, dalla Legge sul rilancio dell’occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L-rilocc). Un particolare accento è posto proprio sulle persone che presentano, per vari motivi, maggiori difficoltà di reinserimento sul mercato del lavoro, quindi con un rischio accresciuto di disoccupazione di lunga durata.
In breve, da un lato, il catalogo prevede misure «per tutti i pubblici», che hanno l’obiettivo di sviluppare strumenti e competenze per porsi con successo sul mercato del lavoro e accrescere le possibilità di trovare un impiego. Tra queste misure possiamo citare, ad esempio, corsi per migliorare le tecniche di ricerca di impiego, il rilevamento settoriale di competenze professionali, occasioni di pratica professionale o di stage, così come incentivi per l’avvio di attività indipendenti.
Dall’altro lato, sono anche disponibili misure che permettono un «approccio più mirato» per coloro che presentano maggiori difficoltà a reinserirsi nel mondo del lavoro. Tra queste misure ricordiamo, ad esempio, la consulenza specifica offerta dai «Job mentor» agli over 50, l’approccio di coaching individualizzato per persone che presentano particolari esigenze (come problemi di salute o in altre dimensioni della vita, rientro dopo lungo tempo sul mercato del lavoro, giovani non qualificati, …) e le misure mirate di accompagnamento alla transizione di carriera per determinati profili (quali, ad esempio, i quadri aziendali).
Per aumentare le probabilità di reinserimento delle persone in cerca d’impiego, l’assicurazione contro la disoccupazione offre provvedimenti di formazione specifici. I corsi si rivolgono in maniera individualizzata alle persone in cerca di impiego difficilmente collocabili sul mercato del lavoro. Ogni caso va valutato singolarmente in funzione, non solo del profilo, ma anche delle esigenze del mercato del lavoro.
Le piccole e medie imprese (PMI) sono fondamentali per l’economia ticinese. Esistono iniziative per
sostenere le PMI nella creazione di nuovi posti di lavoro e nell’assunzione di disoccupati?
L’altro obiettivo del Servizio pubblico di collocamento è quello di consolidare relazioni solide con le aziende, affiancandole e sostenendole nella ricerca di personale. Il Servizio aziende URC è un servizio gratuito, attivo in maniera capillare sul territorio, che si prefigge di rispondere alle esigenze di personale delle aziende, promuovendo al contempo il collocamento rapido e duraturo dei disoccupati iscritti agli URC. Da qui lo slogan, ormai conosciuto, «Più opportunità per tutti».
In breve, il Servizio aziende URC sostiene le aziende nell’annuncio dei posti vacanti (offrendo una piattaforma gratuita, la JobRoom, per rendere i posti vacanti facilmente accessibili e visibili alle persone iscritte alla disoccupazione), nella ricerca dei giusti profili (soprattutto con l’accesso alla JobRoom, la più grande banca dati nazionale di competenze e profili, ma anche valutando e proponendo in maniera mirata dei profili iscritti agli URC) e nell’assunzione di candidati attraverso una valutazione caso per caso di possibili misure di sostegno.
Infine, quale messaggio vorrebbe lanciare alle persone disoccupate o in difficoltà a trovare lavoro in Ticino? Ci sono risorse o supporti che potrebbero non essere abbastanza conosciuti ma
che potrebbero fare la differenza per chi cerca occupazione?
Ho visto molte situazioni e so che cercare un nuovo impiego è sempre un momento delicato. Il mio messaggio è di affrontarlo con energia, fissando obiettivi chiari e realistici, esplorando anche opportunità che comportano un cambiamento di percorso. Il mondo del lavoro è dinamico e la capacità di adattarsi al cambiamento è ormai fondamentale. Ogni persona ha il proprio percorso e il nostro compito è aiutarla a individuare la strategia più adatta, con supporti specifici, per trovare opportunità che rispecchino esigenze e aspirazioni.
Come detto, non dobbiamo inoltre dimenticare che il mercato del lavoro e la società sono in rapido cambiamento. Per questo motivo, nel mese di settembre 2023, la SECO ha presentato la «Strategia SPC 2030», ovvero una visione per il servizio pubblico di collocamento con orizzonte 2030. In questo solco anche il Ticino ha fatto le sue riflessioni strategiche, perfettamente allineate con quelle federali, per elaborare progetti volti allo sviluppo del servizio pubblico di collocamento nel nostro Cantone.
Questo e altri articoli sul numero 421 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.