
Educazione finanziaria, lo strumento per costruirsi una vita indipendente
Dalla guerra in Ucraina al collasso di Credit Suisse, le notizie nazionali e internazionali mettono a dura prova quasi ogni giorno la nostra forza d'animo. Come se non bastasse, le finanze di molte famiglie stanno vivendo un periodo turbolento.
Nell'immediato, la preoccupazione riguarda l'aumento dei prezzi che tocca ogni aspetto della nostra vita: dai beni di prima necessità ai carburanti all'energia. A lungo termine, pesano invece soprattutto le incertezze sul futuro del sistema previdenziale: la riforma del Secondo pilastro è destinata a diventare l'ennesima battaglia politica, mentre la sofferenza di molte casse pensione su tutte l'Istituto di previdenza del Canton Ticino è ormai cronica.
Fornire sicurezze non è facile, in un contesto simile: per di più, un'istituzione come il sindacato è confrontata a una inedita concorrenza, quando si tratta di comunicare con la propria base. Mi riferisco al diluvio di informazione veicolato dal web e dai social media. Queste piattaforme, ghiotte come sono di temi da trasformare in nuove mode, da qualche tempo hanno in particolare iniziato a occuparsi regolarmente di finanza.
Ecco dunque che hanno fatto la comparsa molti «influencer» o, per essere più precisi, «finfluencer» che si presentano ai loro seguaci come «consulenti finanziari»: anche se spesso non possiedono alcuna qualifica, al momento la legge svizzera non permette di limitare la loro attività. Ecco quindi che molte persone inesperte corrono il rischio di lasciarsi sedurre da promesse mirabolanti, che poi si rivelano illusorie.
Non voglio essere fraintesa: è certamente positivo che la popolazione si documenti su
temi come gli investimenti in borsa o le criptovalute. Tuttavia, questa ondata di interesse si innesta su una lacuna che è paradossale per la Svizzera, il «Paese delle banche». Mi riferisco al fatto che una parte significativa della popolazione, anche in Ticino, soffre di una forma acuta di analfabetismo finanziario. È un problema generalizzato, che non dipende dal patrimonio o dai titoli di studio: incontro spesso persone ben formate, con diplomi universitari, che sono del tutto disinformate su questioni finanziarie fondamentali il funzionamento del nostro sistema fiscale, i meccanismi della previdenza, la gestione del bilancio familiare e tutto ciò che occorre fare per costruirsi (e non dilapidare) un patrimonio.
Questa mancanza di conoscenza, purtroppo, colpisce in modo particolare le donne. Tante, troppe di noi gettano la spugna fin da giovani, e smettono di informarsi su tutto ciò che riguarda finanza, risparmio, investimenti al punto da trascurare perfino la loro situazione pensionistica.
Per fare qualche cifra, uno studio recente dell'istituto di ricerca Sotomo "“ commissionato da Zurich Svizzera e dall'Associazione per l'uguaglianza di genere "“ mostra che solo il 32% delle donne investe parte dei propri risparmi in azioni o fondi, contro una percentuale del 48% fra gli uomini. Un divario che sicuramente deriva da diversi fattori, fra i quali c'è anche una percezione scorretta di come funzionano i mercati finanziari. Un altro sondaggio, su un campione di 8.000 persone in 16 Paesi, mostra infatti che l'82% delle donne svizzere pensa che investire sia «troppo rischioso». Inoltre, la maggioranza ha un'idea sbagliata del reddito che serve per iniziare a muoversi sul mercato azionario "“ mentre in realtà oggi è possibile investire in borsa già con poche decine di franchi al mese. Per queste ragioni, migliorare l'educazione finanziaria delle ragazze è un obiettivo politico cruciale per il nostro Cantone: ne sono convinta al punto da avere messo questo tema in primo piano nel mio programma per la recente campagna elettorale. Sono convinta che il nostro sistema scolastico debba fissare, fra le sue priorità, il superamento dei pregiudizi che oggi spingono molte donne a disinteressarsi della loro situazione finanziaria.
Bisogna che tutte (e tutti!) cominciamo a occuparci il prima possibile del nostro denaro e a investirlo, anzitutto per approfittare del fattore tempo. Inoltre, è utile maturare già in giovane età un «sentimento per le azioni», che aiuta a vincere le inibizioni e imparare a gestire le fluttuazioni dei mercati. Partendo da cifre ridotte, la volatilità e il rischio di perdite temporanee è meno rilevante rispetto a quando gli importi si fanno elevati, come accade in età più avanzata.
Uno dei motivi per cui sono molto felice di essere stata eletta in Parlamento, lo scorso 2 aprile, è che ora avrò gli strumenti per provare a mettere l'educazione finanziaria al centro del dibattito pubblico. Per me, si tratta anche di un modo diverso per guardare alle politiche di promozione dell'uguaglianza. Sono convinta che abbiamo bisogno di un approccio positivo alla parità di genere, senza vittimismi e orientandoci alla realizzazione personale di ogni individuo che metta ognuna e ognuno nella condizione di diventare la versione migliore di se stesso.
Questo e altri articoli sul numero 415 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.