
I frontalieri in diminuzione e alcune tendenze ormai consolidate
Continua a destare qualche stupore la notizia relativa al calo di lavoratori frontalieri in Ticino. La diminuzione rispetto al 2024 è dell’1,2%. A livello nazionale si è registrato invece un aumento.
Tra i fattori che hanno portato a questo calo vi é sicuramente l’impatto del nuovo accordo fiscale tra Svizzera e Italia. L’accordo, in vigore dal 1° gennaio 2024, ha reso meno vantaggioso lavorare in Ticino per i «nuovi frontalieri».
Servirà attendere i dati dei prossimi mesi per capire se questa tendenza si potrà definire consolidata, valutandone l’impatto che avrà sul nostro mercato del lavoro. Alcuni settori potrebbero risentire pesantemente della carenza di manodopera, al tempo stesso i salari potrebbero tendere ad un aumento per colmare gli svantaggi derivanti dal nuovo accordo. Questo potrebbe ripercuotersi positivamente anche sui salari dei residenti.
Quello che preoccupa é il consolidarsi di una problematica chiara e da tempo affrontata nel nostro periodico sindacale: la carenza di manodopera.
I nuovi comportamenti organizzativi dei lavoratori e le nuove forme di lavoro che favoriscono autonomia, flessibilità e conciliabilità lavoro-vita privata, sono tendenze concrete con le quali confrontarsi.
Carriera e lavoro a tempo pieno non sono più la priorità. I valori di riferimento sembrano cambiati e il lavoro è spesso considerato come meno importante rispetto ad altre aree della vita. La famiglia, gli hobby, i viaggi e le attività personali rivendicano uno spazio maggiore.
È ovvio, il lavoro a tempo pieno può essere stressante e faticoso, mentre il lavoro part-time o flessibile può offrire più libertà lasciando spazio ad altri interessi.
Le responsabilità famigliari e i compiti di cura dei figli sono sempre più suddivise tra uomo e donna rispetto e l’occupazione femminile in aumento favorisce la suddivisione dell’onere lavorativo nella coppia, in una società sempre meno patriarcale. L’impatto dell’Intelligenza Artificiale e le nuove tecnologie produrranno ulteriori cambiamenti nel mercato del lavoro. Alcune professioni saranno sostituite o modificate significativamente, altre ne verranno create.
Quanto precede pone delle chiare ed imminenti sfide a livello societario e sindacale.
Il sindacato dovrà risolvere nuove e maggiori questioni.
Il nostro lavoro, già di per sé estremamente vasto e complicato, non si limiterà più alla contrattazione collettiva intesa a stabilire salari, orari di lavoro, ferie, congedi, assicurazioni sociali e altre condizioni di lavoro per i lavoratori di interi settori.
La tutela delle condizioni di lavoro, delle pensioni, della parità di genere, la tutela dei diritti dei singoli lavoratori tramite un’assistenza giuridica di qualità, saranno sempre la base di partenza, ma non basteranno più.
Per garantire lo sviluppo sostenibile della nostra società, servirà discutere sempre più di temi come la precarietà del lavoro o della partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali.
I sindacati dovranno essere parte attiva proponendo vere e proprie “Politiche del lavoro”, influenzando le politiche economiche a livello nazionale e locale, promuovendo leggi e regolamenti che migliorino le condizioni di lavoro e proteggano i diritti dei lavoratori. Si dovranno occupare della lotta alla disoccupazione e della promozione di politiche attive, sostenendo la formazione professionale e la riqualifica dei lavoratori per adattarsi alle mutevoli esigenze del mercato del lavoro.
Servirà infine garantire condizioni di lavoro sempre più sicure, promuovendo la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, negoziano benefit e servizi aggiuntivi per i lavoratori come, ad esempio, nuove assicurazioni sociali che favoriscano la creazione di asili nido pubblici, servizi doposcuola e mense aziendali.
Sarà necessario affrontare questi inevitabili cambiamenti societari come opportunità, vigilando affinché i diritti dei lavoratori, e i lavoratori stessi, non ne vengano travolti, come già avvenuto in passato.
Questo e altri articoli sul numero 424 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.