Il potere della vunerabilità
Riscoprire la vulnerabilità come risorsa autentica per migliorare relazioni, benessere e successo, tanto nella vita privata quanto in quella professionale.
Il paradigma dominante tende ad associare la vulnerabilità alla fragilità. Ma cosa accadrebbe se capovolgessimo questa visione profondamente radicata nel pensiero collettivo? Non è un’impresa facile — eppure, in questo caso, potrebbe davvero valerne la pena.
Nel 2010, la sociologa statunitense Brené Brown ha creato uno tsunami di interesse con il suo TED Talk “Il potere della vulnerabilità”, frutto di oltre dieci anni di ricerca sull’argomento e sui concetti che le ruotano attorno. Il video, divenuto uno spartiacque nel modo di intendere la vulnerabilità, ha superato oggi le 40 milioni di visualizzazioni. Brown ha dimostrato come la vulnerabilità non solo sia inevitabile, ma rappresenti anche un elemento centrale di ogni esperienza umana autentica e significativa.
In questa stessa direzione si inserisce il libro “Il coraggio di essere vulnerabili per realizzare il successo” (Edizioni San Paolo, 2025), scritto da Sara Spaggiari — psicologa, coach certificata ICF, speaker di Radio3i e fondatrice della piattaforma per coach sì brave — insieme ad Alessandro Antonietti, Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’opera approfondisce il tema partendo dalle ricerche di Brown e da altri esperti in life skills, con l’obiettivo di aiutare le persone a riconoscere e accettare la propria vulnerabilità, trasformandola in un punto di forza.

Sara Spaggiari
Dottoressa in Psicologia e ACC (Associate Certified Coach) della International Coaching Federation
Speaker a Radio3i e founder di www.saraspaggiaricoaching.com
Autrice di “Il coraggio di essere vulnerabili per realizzare il successo” (Edizioni San Paolo, 2025), insieme ad Alessandro Antonietti, Preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Ora sta creando una piattaforma online che ti connette a esperti certificati per aiutarti a trovare la tua strada.
Ha studiato e lavorato in sei paesi (USA, UK, Francia, Italia, Spagna e Svizzera).
Ha conseguito quattro lauree cum laude: Bache lor of Science in psicologia e pubblicità presso la University of Miami, Master in Psicologia presso la University of Westminster, Master in marketing strategico presso l’Imperial College di Londra e Laurea Magistrale in Psicologia e Benessere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Durante la sua carriera professionale ha lavorato nel campo del marketing e della psicologia dell’organizzazione per aziende rinomate come Essence (PWC), Oakley, YSC (Accenture) e Giulia Fiorenza (Forbes under 30).

Abbiamo intervistato Spaggiari per farci raccontare come questo nuovo paradigma possa essere integrato anche nel contesto lavorativo. Iniziamo sfatando alcuni falsi miti legati alla percezione comune dell’essere vulnerabili…
Di miti sulla vulnerabilità se ne raccontano molti, ma due sono i più radicati. Il primo: che equivalga a debolezza. In realtà è l’opposto. La debolezza è mancanza di forza, mentre vulnerabilità significa aprirsi, esporsi, accettare il rischio. Pensateci: i momenti in cui siete stati davvero vulnerabili sono anche quelli in cui avete vissuto di più – l’inizio di una relazione, un nuovo lavoro, un progetto da zero, un trasferimento in un altro Paese. Esporsi fa paura, ma è il motore della crescita. Il secondo mito è credere di poterla evitare: impossibile. La vulnerabilità ci accompagna dalla nascita alla morte, nessuno ne è immune, nemmeno un campione olimpico o un grande imprenditore. Non possiamo scegliere se esserlo o no, ma solo come viverla: come un freno o come la nostra più autentica alleata.
Perché nel mondo lavorativo di oggi è fondamentale ribaltare il concetto di vulnerabilità?
Nel lavoro di oggi ribaltare l’idea di vulnerabilità è essenziale. È la forza di dire “non so”, di chiedere aiuto, di rischiare il fallimento pur di crescere. La vulnerabilità è autenticità, e l’autenticità apre la strada all’innovazione, alla creatività e a relazioni professionali solide. I leader che la accolgono non perdono autorità: al contrario, ispirano fiducia, costruiscono team più coesi e creano ambienti sicuri in cui le persone osano e danno il meglio. Lontano dall’essere un limite, la vulnerabilità diventa un acceleratore di adattamento, resilienza e successo duraturo.
In che modo è possibile trasformare la vulnerabilità in un’arma che giochi a nostro favore?
Trasformare la vulnerabilità in una risorsa potente richiede tre passaggi fondamentali. Prima di tutto, accettarla: riconoscere che siamo esseri umani, emotivi, imperfetti, e proprio per questo capaci di migliorare, osare e sorprendere. Poi imparare a gestirla, scegliendo con attenzione quando e come mostrarla. Infine, serve coraggio: il coraggio di esporsi, ammettere i propri limiti, chiedere supporto, proporre idee nuove anche senza certezze. Per un leader significa dire al team “ho bisogno di voi”, costruendo fiducia, coesione e collaborazione; per un dipendente, significa mettersi in gioco e contribuire con creatività. Così la vulnerabilità smette di essere un ostacolo e diventa forza: apre la strada al progresso, all’innovazione e a connessioni umane più autentiche, alimentando crescita professionale
Nel libro esponi come mai le persone che hanno successo sono anche quelle più capaci di vulnerabilità…
La risposta è sorprendentemente semplice, quasi matematica. Scegliere di essere vulnerabili significa mettersi davvero in gioco. Esporsi comporta il rischio di vincere o perdere, di avere successo o fallire. Ma se eviti la vulnerabilità, se non ti metti nemmeno alla prova, la vittoria diventa impossibile: non ci provi affatto. Mettersi in gioco significa accettare l’incertezza e trasformare ogni rischio in energia creativa. La vulnerabilità diventa così una leva invisibile: apre strade nuove, rafforza relazioni autentiche e trasforma sfide in opportunità che chi resta sulla difensiva non potrà mai conoscere.
Integrare positivamente la vulnerabilità nel proprio quotidiano è la base per una vita davvero appagante sia a livello privato che professionale…
Voglio essere sincera. La vulnerabilità può far male, eccome. Eppure, paradossalmente, è la chiave della felicità e del benessere, sia personale che professionale. Perché? Perché è il cuore pulsante di ogni emozione e di ogni esperienza che conta davvero. Evitare la vulnerabilità significherebbe evitare i rischi, e vivere così vorrebbe dire sopravvivere, non vivere. Rinunciare ad un business di successo, ad amare, a viaggiare, a creare. Certo, ogni passo avanti ci espone, ci rende vulnerabili, ma è proprio lì che nascono le esperienze più significative. Ed è solo così che possiamo entrare in connessione con chi siamo e cosa vogliamo davvero, e dunque realizzare la nostra visione di successo.
Questo e altri articoli sul numero 424 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.
