L’intreccio vitale tra la sfida ambientale e la sostenibilità sociale

Sfogliando i giornali e guardando distrattamente la TV, ci accorgiamo come il mondo si trovi di fronte a una crescente tensione tra la “sfida ambientale” e il tessuto sociale. 

Iniziamo però col ricordarci che non si tratta di “una” sfida da cui possiamo emergere vittoriosi, bensì di molteplici sfide scaturite da un mutamento profondo del nostro habitat al quale ci dobbiamo adeguare, che lo vogliamo o meno.

Machiavelli parlava spesso di una virtù politica: la capacità di prevedere e agire di conseguenza. Possiamo quindi fare nostro l’insegnamento di uno dei grandi pensatori e ricordarci che l’intreccio tra l’ambiente e la società vitale. Da un lato, gli impatti ambientali, come lo scioglimento dei ghiacciai, la perdita di biodiversità e la scarsità di risorse, hanno conseguenze profonde sulla popolazione; dall’altro, squilibri demografici e il nostro crescente fabbisogno di risorse gravano il Pianeta. Tuttavia, rimane una costante: salute e prosperità dipendono dalla vitalità degli ecosistemi circostanti e il loro equilibrio nel tempo.

Investire in infrastrutture sociali, istruzione, sistema sanitario e giustizia sociale non solo  migliora la qualità di vita, ma contribuisce direttamente a una migliore gestione delle risorse e a un consumo più sostenibile. La politica ambientale deve quindi procedere di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica, senza minacciare posti di lavoro e il potere d’acquisto delle famiglie. Perchè? Perchè in caso contrario si crea una tragica resistenza alla necessaria transizione energetica, e sono scenari che possiamo già osservare.

Decisioni a favore dell’ambiente – dalle scelte quotidiane dell’individuo ai piani energetici cantonali e federali – sono possibili solamente con costi di cassa malati sopportabili, un sistema pensionistico in salute e un certo grado di libertà individuale che garantisca a tutti anche la facoltà di ottimizzare le proprie azioni. Scelta dei nostri rappresentanti a Berna compresa. 

Conviene quindi decidere (e alla svelta) come (e con chi) procedere in un contesto sociale già teso al fine di rigettare politiche ipovedenti e ideologiche di chi paventa l’apocalisse, preferendo politiche dinamiche e resilienti che integrino la crescita economica e la sostenibilità sociale. Altrimenti, rischiamo di sacrificare parti cruciali della nostra società attuale e la qualità di vita delle nuove generazioni.

Questo e altri articoli sul numero 416 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

Scaricare il numero in versione PDF

Indietro