Mondo del lavoro

Da quanto tempo sei impiegato nel tuo lavoro attuale? Riesci a far fronte al carico economico o non è scontato? Quali aspetti della situazione economica attuale in Ticino e nel mondo ti preoccupano maggiormente? Cosati rassicura? Sono alcune delle domande che abbiamo posto a due impiegati ticinesi in posizioni lavorative diverse una dall’altra. Le loro condivisioni ci offrono uno spaccato della vita degli impiegati tra timori attuali e speranze future…


Giulio M.
Head of Finance in una società attiva nel settore delle energie rinnovabili, 38 anni, Melide

Lavoro a capo della finanza presso una società che opera nel settore delle energie rinnovabili da gennaio 2023. Un’esperienza lavorativa che sta andando molto bene. Ho una famiglia con due bimbi piccoli e posso considerarmi fortunato poiché il mio impiego mi permette di far fronte agli impegni abbastanza serenamente. Per quanto riguarda la situazione economica attuale, in Ticino e nel mondo, gli aspetti che maggiormente mi preoccupano sono l’ignoranza generalizzata, il disinteresse e l’insostenibilità del modello finanziario incentrato sul debito e sulla crescita delle disparità sociali. Per il futuro del mondo lavorativo c’è la necessità di sviluppare nuove competenze in ambito tecnologico (ricerca, sviluppo, biomedicina, ecc.) e forse, purtroppo, una mancata risposta in questo senso da parte delle nuove generazioni cui la tecnologia è certamente cara ma in altri ambiti più legati a fini ricreativi e di socializzazione. Come evoluzione positiva mi piacerebbe vedere un impegno delle risorse per scopi più “alti” per un sistema e un progresso che mettano al centro l’ambiente e la sostenibilità su scala globale a discapito di nazionalità, credo religioso e quant’altro. Spero in un progresso tecnologico che faccia davvero fare un salto alla nostra civiltà che sia degno di questo termine. In realtà poche cose mi rassicurano in questo senso. Ci sono poche persone che scelgono la strada difficile e si impegnano veramente per migliorarsi e contribuire anche al benessere altrui. Spero che quelle poche persone riescano a fare la differenza. Un ruolo importante che spetta anche ai genitori per l’educazione delle nuove generazioni. Per quanto riguarda la mia occupazione premetto che sono molto contento di quello che faccio. Spero che mi continui a regalare soddisfazioni e crescita personale con nuovi business nel campo delle energie rinnovabili, alternative e con progetti di Nature Restoration. In Ticino spero si punti di più sulla meritocrazia. Nulla è da dare per scontato, bisogna guadagnarselo. Spero che le persone che ricevono un incarico siano le migliori considerando la totalità delle loro competenze e della loro attitudine così che tutti possano aspirare a dare il meglio e trovare la propria vocazione e utilità nel contesto globale.


Manuel
falegname presso una ditta, 32 anni, Carona

Lavoro da dodici anni come falegname, mi piace il mio mestiere e voglio continuare in questo ambito. Come in ogni lavoro ci sono dei lati negativi e dei lati positivi. Tra i lati negativi c’è l’ernia del disco che è dovuta agli sforzi legati al mestiere. Per quanto riguarda la bilancia economica devo fare attenzione perché devo far quadrare l’affitto e le spese di base con eventuali spese inaspettate che possono farmi arrivare a fine mese molto tirato. Se ci fossero spese grandi non preventivate corro il rischio di non potervi far fronte. Con il costo della vita di oggi bisogna fare attenzione. Tra gli aspetti che più mi preoccupano c’è proprio il carovita poiché i costi della vita continuano ad aumentare mentre i salari ristagnano. Costo del cibo, degli affitti, della benzina, ecc. aumentano mentre le entrate rimangono, nel migliore dei casi, le stesse. Con uno stipendio da CHF 5’000.- al mese da solo una volta vivevi veramente bene mentre adesso vivi “giusto” stando attento a non esagerare con le spese extra. Se guardo alla situazione dei lavoratori oggi noto che lavoriamo troppo per correre dietro a un sistema economico che mette tutti sotto pressione. Oltretutto siamo inseriti in un sistema economico e politico
mondiale che riproduce disparità enormi. Secondo me bisognerebbe smettere di produrre così tanto e dare valore alla vera qualità ed ai valori di fondo. Sono preoccupato perché invece la tendenza è di farci lavorare sempre di più, con le pensioni spostate sempre più in là… per cosa in fondo? Questo paradigma del lavoro non porta nulla di buono. A livello psicologico ho la sensazione che la nostra generazione regga mentre mi preoccupano le nuove. Noto che nei nuovi apprendisti spesso manca lo stimolo e il pepe necessari per affrontare il mondo del lavoro e le sfide annesse. Come evoluzione positiva seguo quanto già detto… Spero in un aumento dei salari e nella diminuzione delle ore di lavoro per arrivare a un equilibrio più piacevole. Lavorare 4 giorni a settimana con 3 giorni di libero sarebbe l’ideale e poi ci vorrebbero più vacanze, 4 settimane all’anno non sono sufficienti. Nel mio caso per esempio ho 1 settimana a natale e 3 obbligate ad agosto, quando chiude l’edilizia, mentre il resto dell’anno lavoro non-stop. Di sicurezze non ce ne sono molte. Ho cambiato diversi posti di lavoro in varie falegnamerie per via della carenza di lavoro e del fallimento delle ditte. Sento
che capita a molti, il posto per tutta la vita o per lunghi periodi è sempre più raro. Personalmente amo il mio lavoro e ho l’intenzione di continuare a formarmi e a crescere in questo ambito, a seconda dei soldi a disposizione o di una ditta disposta a pagarmi la formazione. Il mio desiderio è che si possa vivere con meno stress, fare le cose bene con il tempo giusto. Correre troppo sta facendo male all’economia, al mondo e alle persone.




Questo e altri articoli sul numero 417 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

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