Quando le cure si trasformano in burocrazia
Curare le cartelle invece dei pazienti
Negli ultimi anni la situazione nelle case anziani del Ticino ha sollevato preoccupazioni sempre più diffuse. Queste riguardano la qualità dell’assistenza e la relazione tra personale sanitario e pazienti, in un contesto dove il sistema di remunerazione e di gestione del personale è fortemente influenzato dal modello RAI-Nursing Home. Il cosidetto RAI è uno strumento di valutazione infermieristico- geriatrica utilizzato nelle case per anziani per determinare le risorse disponibili e i deficit dei pazienti. In Ticino viene utilizzato anche per calcolare la dotazione di personale curante e assistenziale necessaria. Sono numerosi gli infermieri costretti a sacrificare il tempo da dedicare ai pazienti per far fronte a scadenze burocratiche e registrazioni dettagliate nel sistema.
La burocrazia che sottrae tempo alla cura
Gli infermieri e il personale sanitario sono costretti a passare ore davanti ai computer, a compilare minutaggi e descrizioni delle prestazioni erogate, al fine di giustificare il fabbisogno del personale e monitorare l’occupazione. Questo processo, sebbene necessario, si traduce in una realtà in cui il tempo da dedicare ai pazienti è sempre più limitato. Le strutture, spesso sotto pressione per rispettare parametri di efficienza, si trovano a operare in un contesto in cui il numero di curanti non riflette realmente le esigenze degli ospiti.
Purtroppo, la vita professionale degli infermieri è diminuita drasticamente: secondo le ultime ricerche, la durata media della carriera è scesa da 14 a 10 anni. Molti infermieri si sentono costretti a cambiare professione, a cercare lavori come infermieri indipendenti, o, purtroppo, a subire problemi di salute dovuti allo stress accumulato. In uno scenario in cui, per ogni reparto, è richiesto che il 100% del personale sia composto da: 40% di infermieri e 60% di assistenti di cura (composti da 80% di assistenti e 20% di CRS), ci troviamo di fronte a una crescente presenza di Collaboratori Socio-Sanitari (C.R.S.) che, avendo ricevuto una formazione di sole 120 ore e uno stage di sei mesi, spesso non possono garantire la stessa qualità di cura di chi ha dedicato anni di studio e formazione al settore.
L’importanza della relazione umana
Ogni giorno gli infermieri si trovano a dover bilanciare le esigenze operative con il bisogno di instaurare relazioni significative con i pazienti. Entrare nella stanza di un anziano con un sorriso e un “buongiorno” sincero può fare la differenza. Tuttavia la frenesia e lo stress dovuti alla carenza di personale e alla burocrazia incombente, non sempre permettono di offrire quell’umanità che è alla base della professione infermieristica.
Le emozioni e le esperienze di vita degli anziani sono spesso trascurate. Molti di loro non hanno famigliari che possano prendersi cura di loro e dipendono completamente dal personale sanitario, che diventa la loro unica fonte di interazione sociale. La mancanza di tempo per conversare, ascoltare e condividere momenti significativi con i pazienti non solo impoverisce l’assistenza, ma può anche portare a un senso di isolamento e depressione tra gli ospiti delle case anziani. Purtroppo, in alcune case anziani ticinesi, gli infermieri del turno notturno si trovano costretti a iniziare a lavare i pazienti già alle 5:00 del mattino. Questa pratica è diventata una norma per aiutare i colleghi del turno diurno, che spesso sono sopraffatti dagli impegni e non riescono a completare tutte le attività in tempo. Inoltre, la sera, verso le 17:00, alcuni ospiti vengono preparati per la notte e imboccati per la cena nel proprio letto, il tutto per riuscire a finire l’assistenza in tempo durante il proprio turno.
Il lato commerciale della cura
Un altro aspetto preoccupante è il crescente numero di strutture private. Qui gli infermieri non sono solo curanti, ma anche receptionist e gestori di servizi alberghieri. Questo porta a una diluizione delle competenze e delle responsabilità, in quanto il personale è spesso chiamato a gestire attività che poco hanno a che fare con la cura sanitaria. Il risultato è un aumento dello stress e del burnout tra gli infermieri, molti dei quali si sentono sopraffatti da un lavoro che si è trasformato in un vero e proprio business.
È importante considerare che la digitalizzazione dei processi, come la compilazione della cartella informatizzata, presenta sfide diverse a seconda dell’età e dell’esperienza del personale. Una persona nata dopo il 2000 può gestire rapidamente queste pratiche, mentre un collega più anziano potrebbe impiegare molto più tempo, rendendo difficile completare accuratamente le valutazioni RAI. Se queste valutazioni non vengono compilate in modo preciso, il fabbisogno di personale calcolato non riflette la realtà delle necessità assistenziali, aggravando ulteriormente la situazione.
Un futuro da ripensare
È fondamentale che si torni a un’idea di assistenza in cui l’umanità e la cura per il paziente
siano al centro dell’attenzione. Non possiamo permettere che il benessere degli anziani venga sacrificato sull’altare dell’efficienza e della burocrazia. È essenziale investire nella formazione e nel benessere degli infermieri, affinché possano svolgere il loro lavoro con passione e dedizione, senza sentirsi schiacciati da un sistema che sembra più interessato ai numeri, che alle persone.
In conclusione, è tempo di riflettere su come possiamo migliorare la qualità dell’assistenza nelle case anziani del Ticino. È necessario rimettere al centro il valore della relazione umana, perché solo così possiamo garantire che i nostri anziani ricevano la cura e l’attenzione che meritano. La salute e la dignità dei nostri cari non devono essere mai subordinate a logiche di profitto o di efficienza. Solo attraverso un approccio più umano e rispettoso possiamo sperare di costruire un futuro migliore per tutti. Prima o dopo saremo noi gli anziani che dipenderanno dall`assistenza degli altri. Dobbiamo agire ora per migliorare questa situazione, investire nella qualità dell’assistenza e nel benessere degli infermieri non è solo un dovere morale, ma una necessità per garantire un futuro dignitoso a tutti. Solo così potremo assicurarci la cura e l`attenzione che meritiamo quando arriverà il nostro turno!
Questo e altri articoli sul numero 423 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.