Scuola dell'infanzia ticinese: È il momento di ripensarla

Negli ultimi mesi l'attenzione mediatica e politica è stata posta, in ambito scolastico, principalmente sul superamento dei livelli alla scuola media e sull'insegnamento del tedesco. Vogliamo qui invece portare l'attenzione sul primo ordine scolastico del Cantone: la scuola dell'infanzia… là dove tutto ha inizio. Nove anni fa, la sottoscrizione del concordato HarmoS ha permesso di omologare a livello svizzero i vari sistemi scolastici cantonali. Sono stati perciò riscritti i piani di studio e si è concordato il calendario scolastico a livello nazionale.
Anche per il Canton Ticino questo ha comportato l'anticipo dell'obbligatorietà scolastica per tutti gli allievi e tutte le allieve che compiono i quattro anni entro il 31 luglio, con la possibilità di concedere l'iscrizione in deroga per i nati entro il 30 settembre. 

La nostra scuola dell'infanzia, come unica peculiarità Svizzera, ha da sempre accolto allievi e allieve a partire dai tre anni. Pertanto, è stato necessario adottare il compromesso di continuare ad accoglierli, sotto lo statuto di anno facoltativo (non obbligatorio). Troviamo così raggruppati, all'interno della medesima classe, bambini di tre livelli, quelli dell'anno facoltativo quelli del primo e quelli del secondo anno obbligatorio.

La scuola ha però continuato a mantenere invariata la sua organizzazione e la sua struttura, risalente alla metà del secolo scorso malgrado la società sia stata ed è tuttora confrontata con grandi cambiamenti. I bisogni degli allievi e delle famiglie sono mutati, la conciliabilità scuola-lavoro si è fatta critica e ciò ha portato, per forza di cose, ad adottare nuovi regolamenti, ordinanze e disposizioni per adeguarsi alle mutate condizioni come l'aumento dei bambini di tre anni iscritti, che ora sono un terzo degli allievi; l'accresciuta difficoltà per i facoltativi ad adeguarsi alle regole del gruppo classe, gli obiettivi da raggiungere con gli allievi in obbligatorietà scolastica, il plurilinguismo, … Oggi la conduzione di una classe, sia dal punto di vista amministrativo che della docenza, è divenuta molto più complessa e onerosa; gli allievi richiedono nuove attenzioni, molte famiglie sono in difficoltà nella gestione educativa dei propri figli, nuove competenze vengono quindi richieste alle docenti e ai docenti. Compiti che una volta erano prettamente della famiglia ora sono demandati alla scuola. Il sistema scuola dell'infanzia è stato perciò messo in crisi.
Questa, in modo succinto, è la realtà con la quale deve confrontarsi quotidianamente l'insegnate, mettendoci tanto impegno, passione e motivazione per gestire l'accresciuta eterogeneità di una classe. Ma fino a quando questo sarà possibile e sufficiente? Queste prime considerazioni basterebbero a richiamare con urgenza che si metta mano alla struttura e all'organizzazione della scuola dell'infanzia in modo globale e sistemico, per evitare così di continuamente apporre dei cerotti che mostrano, in modo evidente a tutti, i propri limiti.

Uno sguardo dedicato agli allievi di tre anni
Entriamo più nel dettaglio e affrontiamo il tema forse più delicato e sensibile della scuola dell'infanzia di oggi: gli allievi e le allieve di 3 anni.
Attualmente inseriti in una classe numerosa, con compagni di 4, 5, 6 anni, gli allievi di 3 anni vivono un'esperienza in un ambiente sicuramente stimolante, ma non sempre facile da gestire per loro; e a volte, la convivenza con i compagni "grandi" diventa difficile. Il divario d'età all'interno del gruppo classe è troppo grande, i bisogni degli uni e degli altri sono troppo distanti e questo a volte non permette di rispondere in modo adeguato a tutte le situazioni che si verificano in una giornata di scuola.
La situazione è conosciuta a livello di dipartimento e una risposta quest'anno, per facilitare l'inserimento dei piccoli nel gruppo classe, è stata quella di stabilire la data 31 marzo, come data limite perché tutti gli allievi dell'anno facoltativo frequentino la scuola dell'infanzia a tempo pieno. Una scuola, che si vuole rispettosa dei ritmi, delle differenze e delle specificità di ogni allievo, come può fissare un limite temporale entro il quale tutti devono essere maturi per frequentare a tempo pieno. E chi ha bisogno di più tempo?

Non sarebbe forse meglio pensare a un'organizzazione interna alla scuola dell'infanzia, dedicata specificatamente a loro e dove sviluppare le competenze di base con i coetanei? Crescere e maturare con i propri pari, nel vero rispetto delle esigenze dei bambini è auspicabile e necessario. Questo permetterebbe agli istituti scolastici di rispondere in modo più flessibile anche ad aspetti quali: la conciliabilità scuola-lavoro con orari meno rigidi e nel limite del ragionevole più flessibili, fermo restando che la scuola non può e non deve sostituirsi al ruolo delle famiglie. Così facendo si creerebbero, per le insegnanti e gli insegnanti, condizioni di lavoro, favorevoli alle molteplici sollecitazioni alle quali sono chiamati a rispondere con competenza, efficienza e professionalità. Se desideriamo una scuola di qualità, vicina ai bambini e ai loro bisogni, alla conciliabilità fra lavoro e scuola, è giunto il momento di osare, di avere il coraggio di pensare in grande e di affrontare le sfide in modo sistemico e globale. I cerotti sono finiti, si passi ad un'operazione seria per riportare in salute la
scuola. Proviamo a pensare spazi/aule/classi riservate solamente per i tre anni, con programmi, attività, arredi e ritmi rispettosi dei loro bisogni. Aule inserite nelle attuali sedi di scuola dell'infanzia così da permettere quella permeabilità utile a confrontarsi, nelle modalità e nei tempi adeguati, anche con i compagni di 4 e 5 anni.

Per concludere, il nostro obiettivo è quello di dare tempo ai bambini per sviluppare quelle competenze di base che possano poi permettere ad ognuno di loro di entrare nella scuola dell'obbligo con un bagaglio d'esperienze solide e sentirsi pronti ad affrontare le nuove sfide in un gruppo classe eterogeneo per età.


Questo e altri articoli sul numero 415 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

Scaricare il numero in versione PDF

Indietro