Una questione di responsabilità

Il prossimo 9 giugno le cittadine e i cittadini ticinesi saranno chiamati a votare su tre temi di competenza cantonale tra cui rientra, oltre alla Riforma fiscale e al nuovo Palazzo di giustizia, anche la modifica del 17 ottobre 2023 della legge del 6 novembre 2012 sull’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (LIPCT). Un tema di fondamentale importanza, che è anche una questione di responsabilità nei confronti di tutte le persone affiliate all’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (IPCT).

A titolo di premessa mi preme ricordare che quest’ultimo si impegna ad assicurare la previdenza professionale di oltre 17’000 assicurati attivi – tra cui dipendenti cantonali, docenti comunali e collaboratori di oltre cento tra Comuni ed enti di pubblica utilità, quali ad esempio case per anziani, servizi di cura a domicilio, fondazioni e associazioni – e di oltre 10’000 beneficiari di rendita.

L’IPCT – come peraltro tutte le altre casse pensioni in Svizzera – ha dovuto ridurre i tassi di conversione a causa dell’evoluzione dei parametri tecnici di riferimento, ossia il costante allungamento della speranza di vita e la revisione al ribasso del rendimento atteso a medio-lungo termine del patrimonio. Questa riduzione è iniziata il 1° gennaio 2024, partendo dal tasso del 6.17%, e avrà luogo gradualmente, terminando nel 2031 con un tasso di conversione del 5.25% (a 65 anni).

In risposta a questo passo dovuto, il Consiglio di Stato, quale datore di lavoro, si è pertanto mosso per mitigare l’effetto di tale riduzione sulle future pensioni delle persone assicurate all’IPCT e, già lo scorso mese di luglio, ha proposto delle modifiche alla Legge sull’Istituto di previdenza del Cantone Ticino volte ad aumentare i contributi di risparmio a carico sia dei dipendenti che dei datori di lavoro e a salvaguardare quindi, in parte, il livello delle pensioni assicurate ai dipendenti dello Stato e degli altri enti affiliati all’IPCT.

Desidero sottolineare come, per giungere a questa soluzione, nella primavera dello scorso anno vi siano state delle trattative importanti tra una delegazione del Consiglio di Stato e le Organizzazioni del personale riconosciute, con la consulenza tecnica degli organi dell’IPCT.

Il compromesso a cui si è arrivati – che lo scorso mese di ottobre è stato approvato dal Gran Consiglio e che ora è sottoposto al voto – si fonda come detto sui principi del mantenimento del livello delle rendite e sulla simmetria dei sacrifici. La soluzione proposta permette di mantenere le prestazioni erogate dall’IPCT in una discreta media tra gli istituti di previdenza di diritto pubblico, rilevando che molti di essi sono in grado di erogare prestazioni più elevate.
A ciò si aggiungono ulteriori misure di compensazione che l’IPCT adotterà in maniera autonoma, con l’obiettivo di garantire in particolare alle persone assicurate meno giovani, che non hanno più una carriera piena davanti a loro, di subire una riduzione della rendita sopportabile.

La modifica della Legge è necessaria in quanto senza le misure di compensazione le rendite di vecchiaia delle assicurate e degli assicurati affiliati all’IPCT subirebbero una riduzione molto penalizzante, che può arrivare fino al 15%. Uno scenario che lo Stato, in quanto datore di lavoro, vuole scongiurare. È anche una questione di responsabilità nei confronti dei propri dipendenti.

Occorre inoltre ricordare che la votazione del 9 giugno è un appuntamento importante anche per mantenere l’attrattività dell’ente pubblico quale datore di lavoro. Infatti in un periodo in cui, da più parti, si evidenzia la futura scarsità di manodopera, è indispensabile che lo Stato garantisca condizioni d’impiego attrattive e dignitose – tra cui rientra anche il trattamento pensionistico – così da essere competitivo sul mercato del lavoro e offrire condizioni di lavoro interessanti, che per la stragrande maggioranza sono destinati a persone residenti nel nostro Cantone.

Il mio invito, in conclusione, è di votare un sì convinto a questo e agli altri due temi cantonali in votazione il prossimo 9 giugno, seguendo quindi le indicazioni di Governo e Parlamento.


Questo e altri articoli sul numero 419 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

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