Una riforma per un futuro scolastico innovativo

«La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori». Sembrerebbe una frase pronunciata oggi da una persona qualsiasi over 40 e invece viene tradizionalmente messa in bocca a Socrate, il grande filosofo greco morto nel 399 a.C.

La percezione negativa delle nuove generazioni da parte di quelle precedenti non è dunque una novità dei nostri tempi, è al contrario insita nella natura umana. È però anche vero che la cosiddetta generazione Z, composta dai nati tra il 1997 e il 2012, vive un mutamento radicale dovuto al ritmo vertiginoso dei cambiamenti a cui è sottoposta l’intera società contemporanea che impone
a tutti, indistintamente, un continuo adattamento. Questo a causa delle trasformazioni tecnologiche e comunicative del mondo digitale, a causa della globalizzazione e, non da ultimo, a causa dell’isolamento imposto dal recente periodo pandemico. 

I ragazzi e le ragazze del 2024 sperimentano contraddizioni molto simili a quelle dei loro genitori, dei loro nonni e dei loro bisnonni, ma hanno anche peculiarità specifiche che vanno tenute presenti e che richiedono l’intervento di tutti gli altri attori coinvolti nella loro crescita - la famiglia, la scuola, la società in generale – affinché siano accompagnati da una formazione adeguata attraverso un’evoluzione sociale ed economica che si sviluppa ad una velocità senza precedenti rispetto ad altre epoche storiche.

Uno studio americano pubblicato nel 2019 da Jean M. Twenge professoressa di psicologia presso la San Diego State University descrive i ragazzi e le ragazze di oggi come super connessi, meno polemici rispetto ai valori delle generazioni precedenti, più tolleranti verso le differenze, probabilmente meno felici e sicuramente del tutto impreparati ad affrontare le difficoltà e le responsabilità dell’età adulta.

La rapidità con cui il mondo sta cambiando richiede che i giovani siano pronti sia sul piano delle conoscenze (compito fondamentale demandato principalmente all’esperienza scolastica e di conseguenza agli insegnanti), sia su quello - spesso sottovalutato o al momento non sufficientemente espresso - delle competenze professionali e organizzative. Competenze che vanno oltre l’acquisizione di nozioni: si tratta ad esempio della capacità di orientarsi in un mondo complesso, di saper gestire le relazioni interpersonali, di sviluppare un pensiero critico e di adattarsi in modo flessibile per trovare le soluzioni adatte. 

Queste sono le competenze chiave che determineranno il successo dei giovani nel loro futuro. E la scuola ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste capacità proprio attraverso l’esperienza formativa. È fondamentale, quindi, che il nostro sistema educativo si evolva e migliori di pari passo con la società che cambia. Da qui la necessità, nel nostro Cantone, di una nuova riforma scolastica della scuola media, 50 anni dopo la Legge sulla scuola media del 20 ottobre 1974, che ponga l’accento sulla formazione generale dello studente e favorisca l’approccio didattico per rimettere al centro l’allievo/a attraverso il processo dell’apprendimento.
Da qui nasce la proposta dell’Associazione LaScuola, per il tramite dell’iniziativa generica inoltrata dal PLR cantonale, di una nuova riforma scolastica della scuola media, di cui si vogliono conservare i principi ancora attuali e innovare gli aspetti che invece non rispondono più alle esigenze contingenti.

L’Associazione LaScuola, che dalla sua fondazione si è dedicata con impegno alla promozione del valore dell’istruzione e al miglioramento costante del sistema scolastico territoriale, con il PLRT, vuole stimolare approfondimenti e dibattiti su temi dell’educazione e della formazione professionale, andando ad individuare nuove soluzioni che rispondano alle esigenze attuali e future richieste dalla società contemporanea e rilancino un metodo formativo dinamico.

L’orientamento scolastico e quello professionale devono - a nostro avviso - assumere un ruolo sempre più centrale nel processo di scelta e selezione delle diverse possibilità. È importante individuare il modo per migliorare ed aiutare i giovani a scoprire e valorizzare le proprie passioni, per sviluppare una consapevolezza delle proprie capacità e del proprio ruolo in un mondo in continuo divenire. Si vuole promuovere spazi formativi dedicati allo sviluppo delle competenze trasversali e disciplinari, ripensando in primo luogo alla struttura stessa della scuola media, incentivando l’autonomia e l’indipendenza degli studenti, preparandoli a gestire il proprio tempo e le proprie responsabilità - coinvolgendo beninteso anche docenti e genitori. 

Concretamente, dal momento che è stato dimostrato che le ore più produttive della giornata scolastica sono quelle del mattino e del primo pomeriggio, si è pensato ad un orario compatto che concentri le attività scolastiche in queste fasce orarie: 6 ore obbligatorie al giorno (dal mattino fino alle 14:00/15:00), compreso il mercoledì, riducendo il totale delle ore settimanali obbligatorie da 33 a 30, senza sacrificare alcuna materia e reinvestendo le ore tolte ad alcune materie nella fascia facoltativa. 

Questi cambiamenti sono concepiti per permettere agli studenti di gestire il pomeriggio con attività educative strutturate in solidi doposcuola o in base alle scelte più adatte a ciascuno. Avrebbero così l’occasione di approfondire o recuperare argomenti già trattati in classe senza che il monte ore dei docenti subisca una riduzione sensibile a scapito della qualità dell’insegnamento e sempre sotto l’occhio vigile e competente del corpo docente.

La proposta mantiene i contenuti e le forme didattiche attuali. Continua inoltre a contemplare in terza e in quarta, gruppi a effettivi ridotti in tedesco e matematica, ma anche in altre materie, accanto a numerose altre discipline a libera scelta che indirizzino gli studenti verso una maggiore comprensione dei propri interessi, spaziando da materie legate alle sfere tecniche ed espressive, all’informatica, al latino e al francese, all’arte nelle sue diverse forme.

Questi non sono scenari utopici: l’orario compatto è già consolidata ed apprezzata realtà in un paio di sedi del Cantone ed è stato anche testato su carta, dimostrandone il funzionamento.

Per poter però elaborare in tutte le sue sfaccettature questa riforma è necessario coinvolgere nella riflessione il mondo politico e quello sociale insieme alle famiglie, ai docenti e in generale all’opinione pubblica, per poi arrivare, nel segno del dialogo, ad un progetto ben delineato ed attuabile che permetta ai giovani di affrontare meglio il domani. È dunque importante che il dibattito per una scuola migliore, diversa da quella attuale, cominci il suo cammino di recente iniziato.

Questo e altri articoli sul numero 421 di Progresso Sociale, il periodico dei Sindacati Indipendenti Ticinesi distribuito gratuitamente ai suoi soci.

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